Anaao e Cimo-Fesmed contro il nuovo contratto del comparto e le convocazioni congiunte a livello regionale


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“Il lavoro del medico oggi è un impegno quotidiano gravato da molte responsabilità, offuscato da molte ombre e rischiarato da poche luci. Lavoriamo ogni giorno tra mille difficoltà, in un contesto di grave crisi economica e sociale e questi fattori impattano in modo particolare su una realtà, quella calabrese, stremata da un susseguirsi di commissariamenti e piani di rientro che hanno causato un progressivo discostamento anche da quei livelli minimi di assistenza che dovrebbero essere garantiti a livello nazionale dal sistema sanitario”. E’ quanto scrivono in una nota il segretario regionale ANAAO ASSOMED Calabria Luigi Ziccarelli e il presidente CIMO-FESMED Calabria Giorgio Ferrara.

“L’esasperazione dei cittadini si riversa troppo spesso con violenza sui medici che vengono ritenuti
responsabili di ogni problematica logistica e organizzativa. Da anni – proseguono – il peso decisionale e organizzativo dei medici viene progressivamente ridotto e limitato sempre più tanto da creare uno scollamento tra quelle che sono le necessità quotidiane ed il piano organizzativo. I medici che prestano servizio nel Sistema Sanitario Nazionale sono sempre di meno a causa di una forte emorragia verso un privato che assicura condizioni di lavoro e di vita più sicure e vantaggiose. Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del comparto sanità per il periodo 2019-2021, che sarà definitivamente siglato il 2 novembre, si colloca in questo panorama già desolante rischiando di aggravare una situazione estremamente precaria. Infatti ARAN e Consiglio dei Ministri hanno avallato l’acquisizione della gestione dei processi clinico – assistenziali e diagnostici da parte del personale del ruolo sanitario, compiti che secondo la legge sono di esclusiva competenza dei laureati in Medicina e Chirurgia”.

“Il testo infatti prevede – citano – in modo esplicito ‘’la gestione dei processi clinico – assistenziali, diagnostici, riabilitativi, di prevenzione e formativi, anche di tutoraggio, connessi all’esercizio della funzione sanitaria con autonomia, conoscenze e abilità, anche elevate, atti ad organizzare e coordinare fattivamente l’attività propria e dei colleghi …’’. Una chiara attribuzione delle competenze è fondamentale per evitare i contenziosi. La confusione dei ruoli tra le diverse categorie di personale non può fare altro che ingenerare ulteriori disguidi nella gestione dei processi clinico – assistenziali causando inoltre un conflitto di competenze con serie ricadute in termini di responsabilità professionale. In particolare in Calabria assistiamo ormai da tempo alla convocazione di tavoli di contrattazione e confronto unici per personale avente profili professionali giuridici ed ordinamentali diversi. Convocare simultaneamente in unica seduta organizzazioni sindacali dell’area dirigenza e del comparto sanità per la discussione di materie normate da autonome tipologie di relazioni sindacali contenute in distinti e separati
contratti nazionali di lavoro svilisce entrambe le categorie e rende difficoltoso se non impossibile un dialogo effettivamente costruttivo”.

“L’attività dei professionisti sanitari è fondamentale e assolutamente rilevante ed ha delle proprie peculiarità, proprio per questo motivo si declina in modo diverso. Sosteniamo con forza – concludono -, con l’unanime condivisione dei Segretari Aziendali di entrambe le OO.SS., quanto sottolineato a livello nazionale dal Dott. Pierino Di Silverio Segretario Nazionale ANAAO ASSOMED e dal Dott. Guido Quici Presidente Nazionale CIMO-FESMED sia nel metodo che nel merito. Le questioni sollevate hanno valenza giuridica sostanziale e non carattere di difesa corporativa di interessi”.