Il nuovo ‘Milleproroghe’ e la sanità, proroga validità elenco nazionale dg e depenalizzazione – La Nuova Calabria

  06 dicembre 2024 20:05

Lunedì prossimo il Consiglio dei ministri esaminerà il nuovo decreto ‘Milleproroghe’, il provvedimento omnibus per eccellenza. 

Stando alle bozze, fra le misure in materia di sanità è prevista la proroga della validità dell’elenco nazionale degli idonei alla nomina a direttore generale delle aziende del servizio sanitario. La proroga estenderebbe di un anno (per tutto il 2025) la misura adottata lo scorso anno. In linea teorica, la sanità calabrese potrebbe essere spettatrice interessata, soprattutto qualora non dovesse esserci l’ennesima estensione delle misure del Decreto Calabria. Sempre in linea teorica, la Regione – nel caso in cui non ci fossero le selezioni per l’individuazione  del direttore generale – potrebbe far ricorso alla nomina di commissari straordinari prevista da apposita legge calabrese (le ultime nomine sotto tale ombrello normativo risalgono all’epoca Oliverio nella fase di coabitazione con i commissari ad acta nominati dal governo). Il requisito per la nomina a commissario sarebbe appunto la presenza nell’elenco nazionale dei dg. Al netto di Asp di Reggio e di Cosenza e di Annunziata, così come la sciolta Asp di Vibo, le posizioni aperte sono le seguenti. Per la ‘Dulbecco’ è partita la procedura per l’individuazione del dg ma non sembra esattamente in dirittura d’arrivo. L’Asp di Catanzaro è potenzialmente destinataria di una recente norma (in deroga) contenuta nella legge omnibus approvata dal Consiglio regionale. Le aziende più scoperte sarebbero Asp di Crotone e Gom di Reggio Calabria. 

Un’altra misura riguarda la proroga della depenalizzazione per responsabilità professionale, su cui si è pronunciato Filippo Larussa: “Anaao Assomed Calabria esprime apprezzamento per la norma contenuta nel Milleproroghe della proroga per tutto il 2025 dello scudo penale in tema di responsabilità professionale per i casi di colpa grave e dolo in relazione alla carenza di personale che affligge le strutture ospedaliere. Si prende atto che la commissione d’Ippolito, nominata senza tenere conto delle rappresentanze sindacali della dirigenza medica e sanitaria che sono a conoscenza dei problemi reali della responsabilità civile e professionale più di alcuni baroni accademici abbondantemente pensionati, non ha evidentemente partorito come prevedibile i risultati attesi. La montagna ha partorito un topolino pieno di contraddizioni e che sicuramente non agevola la tranquillità operativa dei sanitari. In attesa di una riforma organica che rivisiti la colpa medica nei suoi aspetti peculiari e condivisi nel mondo soltanto da Polonia e Messico (oltre che dall’Italia), evidentemente lo strumento della proroga dello scudo penale è stato ritenuto l’unico in grado di dare una temporanea ma indispensabile serenità a chi in trincea affronta le difficoltà giornaliere dell’assistenza e della cura. Naturalmente nessuno pretende una depenalizzazione infinita e incostituzionale ma la relativa serenità di operare per i professionisti”.